Th!nk 250x300 (1)

TH!NK

Uno spettacolo di e con Andrea Rizzolini

Scritto da Andrea Rizzolini e Marco Morrone

Regia di Piero Venesia

Sguardo esterno di Niccolò Fontana

Disegno luci e scene di Andrea Rizzolini

Prodotto da Officine dell’Incanto

 

Un viaggio sorprendente che fonde teatro, letteratura e filosofia con illusioni mozzafiato,  per uno spettacolo che non si limita a stupire, ma ti costringe a pensare per davvero.

 

TH!NK è uno spettacolo di mentalismo… che parla del mentalismo.

 

Un gioco di specchi in cui l’arte di “leggere nella mente” – resa celebre da serie televisive come The Mentalist o Lie to Me – diventa il punto di partenza per esplorare le  contraddizioni del pensiero umano: “zone di frizione” in cui le nostre credenze entrano in  contrasto tra loro e non è più così ovvio che cosa è reale e che cosa non lo è.

 

Attraverso esperimenti psicologici, illusioni percettive e momenti di lettura del pensiero, il  pubblico sarà protagonista di performance che sfidano l’impossibile.

 

Non conta tanto se quello che accade sul palco sia vero o no.

La domanda è: perché vogliamo credere che lo sia?

 

Uno spettacolo sovversivo, potente, rivoluzionario, che ti porta a camminare sul confine  tra realtà e finzione… per arrivare a rendersi conto che si tratta di una linea molto più  sfumata di quello che siamo disposti ad accettare.

 

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SCOPRI DI PIU’ SU ANDREA RIZZOLINI 

Bim Bum Bam 250x300 (1)

Bim Bum Bam The Party

“Noi che sapevamo che erano le quattro perché stava per iniziare Bim Bum Bam…”

 

Uan è convinto che il suo juke-box si sia rotto perché il suo pubblico non lo ascolta più.

I suoi amici, i suoi tanto cari bambini, sono cresciuti e, alle prese con i problemi dell’età adulta, hanno smesso di sognare non riuscendo più a sentire le emozioni.

La missione di Uan diventa quindi quella di riportare ai grandi la spensieratezza dell’infanzia, far vivere il senso puro di leggerezza nel cuore che solo i bimbi hanno, in una serata piena di ricordi, un vero e proprio tuffo indietro nel tempo, alla fine dei mitici anni ’80.

Una cameretta colorata, tappezzata di poster di Madonna e Michael Jackson. Le quattro del pomeriggio. Tutto pronto per la merenda. Sul televisore acceso parte la sigla di “Bim Bum Bam”. L’aria risuona di musica e risate. E torna l’allegria.

 

Dimensione Eventi, con la produzione di Roberto Indiano e su licenza ufficiale RTI Mediaset Group, porta per la prima volta a teatro il mitico format di Bim Bum Bam con un tour che avrà inizio ad ottobre di quest’anno e coinvolgerà i palcoscenici italiani più prestigiosi.

 

A condurre la serata Uan, con la voce storica di Pietro Ubaldi, accompagnato da due dei volti storici del programma – Manuela Blanchard e Marco Bellavia – e da una band live.

Special guest star, nonché direttore musicale dello spettacolo, il Maestro Enzo Draghi, autore di innumerevoli sigle tv tra le quali proprio quella di “Bim Bum Bam”.

 

Il pubblico verrà coinvolto con giochi, sketch e filmati di repertorio, in un racconto che farà viaggiare i presenti nel tempo tornando all’infanzia.

Uno dei momenti più interattivi il karaoke corale sulle sigle dei cartoni animati più amati degli anni ’80 e ’90, da “Lady Oscar”, ad “Holly e Benji”, da “Lupin” ad “Occhi di Gatto”, da “Creamy” a “Magica Emy”, fino alle canzoni dei mitici Bee Hive di “Kiss Me Licia”.

 

La regia e i testi dello spettacolo sono a cura di Claudio Insegno, uno dei registi più poliedrici del panorama teatrale italiano, capace di spaziare dal mondo musical (“Hairspray”, “Jersey Boys”, “La Famiglia Addams”, “Sweeney Todd”) alla commedia (“Un marito per due”, “Rumori fuori scena”, “Il Vizietto”) fino al mondo family (“Peppa Pig e la Caccia al Tesoro”).

 

In merito al format Guido Pisterna, Direttor Brand Extension del Gruppo Mediaset dichiara: “Stiamo vivendo un importante ritorno agli anni ’80, un vero e proprio effetto nostalgia che da una parte coinvolge chi in quegli anni era bambino e dall’altra incuriosisce le nuove generazioni che non hanno vissuto quel periodo, ma che oggi guardano i cartoni animati o cantano le canzoni di allora. Siamo felici che Dimensione Eventi abbia colto questa opportunità con un progetto molto interessante che sono sicuro riscuoterà grande successo nei teatri di tutta Italia.”

Divina Commedia 250x300

No Gravity Theatre – Divina Commedia Reloaded

Coreografie di Emiliano Pellisari & Mariana/P

Danzatori Mariana/P(principal dancer), Eva Campanaro, Salvatore Iavarone , Giada Inserra, Leila Ghiabbi, Mario Consolazio

Scene, costumi e luci di Emiliano Pellisari

Music designer – Mariana/P

Lo spettacolo è prodotto dalla Compagnia Danza Emiliano Pellisari Studio

 

La Divina Commedia racconta il viaggio di Dante nei tre Regni cristiani: L’inferno, il Purgatorio e il Paradiso.

Si tratta di un viaggio simbolico, non di un uomo, ma dell’anima di tutti gli uomini.

Per Dante l’anima spirituale è rappresentata da una donna, Beatrice.

Mariana/P è la protagonista e si presenta al centro della scena: ha il volto dipinto di bianco e segnato dalla croce perché rappresenta l’anima cristiana.

Una voce fuori campo recita i famosi versi di Dante che introducono all’Inferno:

 

L’Inferno che abbiamo ideato non è un luogo fisico ma uno spazio simbolico e buio costruito dai corpi dei ballerini. I corpi sono mattoni viventi che si muovono uno sopra l’altro, costruendo ponti, torri, mostri, giganti.

I ballerini sono macchine viventi in cui i corpi sono utilizzati come elementi architettonici per costruire la topografia immaginaria dell’Inferno.

La figura finale rappresenta Lucifero nell’ultima grande scena dell’Inferno della Divina Commedia.

 

NOTE DI REGIA

OFFICIAL TRAILER

Barbiere Di Siviglia 250x300

Il Barbiere di Siviglia – Orchestra Menotti

Opera buffa in due atti

Musica di Gioachino Rossini 

Libretto di Cesare Sterbini 

 

Orchestra Menotti  – Direttore Riccardo Bianchi

Coro: Corale Lirica Ambrosiana – Direttore Roberto Ardigò

Regia, Scene, Costumi di Serena Nardi

Tecnico Luci Marco Signorini

Responsabile Allestimenti Gabriele Sassi

Produzione OperaFactory di Giorni Dispari Teatro

 

INTERPRETI

BARTOLO Filippo Polinelli
ROSINA Camilla Vitaletti 
FIGARO Nicola Ziccardi
LINDORO Enrico Iviglia 
BASILIO Albert Buttigieg
BERTA Maria Chiara Cavinato
FIORELLO Giacomo Capra

 

SPONSOR – OPENJOBMETIS ECONORD VARESE

 

Il Barbiere di Siviglia viene proposto in una versione che fonde l’energia farsesca della Commedia dell’arte con la provocazione visionaria del Dadaismo, in uno stile postmoderno, quasi pop. La regia immagina uno spazio scenico giocoso e sospeso, dominato da una casa-cubo ispirata al Rubik, simbolo di un mondo di incastri e disincastri, specchio della dinamica narrativa dell’opera.

 

I personaggi evocano le maschere della tradizione italiana — Figaro come Arlecchino, Bartolo come Pantalone — mentre la scenografia e i costumi si muovono in un’atmosfera sospesa, surreale e colorata.

 

Lo spettacolo si sviluppa come un “teatrino di marionette” che racconta con ironia e leggerezza anche la disintegrazione dell’identità nell’era dell’apparenza e dei media. Tra gags, cambi scena simbolici e soluzioni visive forti, questa messinscena celebra il potenziale comico e sovversivo dell’opera di Rossini, facendo dialogare tradizione e avanguardia.

 

NOTE DI REGIA

Anni 70 25mag 250x300

Mario Calabresi in “Anni Settanta Terrore e Diritti”

Gli Anni Settanta sono stati anni di sangue, di bombe e di morti, ma sono stati anche anni di conquiste civili e di diritti. Il decennio più lungo del Novecento è quello in cui sono avvenuti i cambiamenti più dirompenti nel nostro Paese. L’Italia si è trasformata sotto la minaccia costante degli attentati; ha cambiato pelle dentro il terrore dei sequestri; ha trovato nuove consapevolezze mentre intorno cadevano le certezze.

 

Con la colonna sonora delle canzoni che hanno accompagnato i momenti più significativi, questo spettacolo racconta le ombre e le luci degli Anni Settanta attraverso le storie, le voci e le immagini di chi li ha vissuti.

 

 

Anni 70 250x300 (1)

Mario Calabresi in “Anni Settanta Terrore e Diritti”

Gli Anni Settanta sono stati anni di sangue, di bombe e di morti, ma sono stati anche anni di conquiste civili e di diritti. Il decennio più lungo del Novecento è quello in cui sono avvenuti i cambiamenti più dirompenti nel nostro Paese. L’Italia si è trasformata sotto la minaccia costante degli attentati; ha cambiato pelle dentro il terrore dei sequestri; ha trovato nuove consapevolezze mentre intorno cadevano le certezze.

 

Con la colonna sonora delle canzoni che hanno accompagnato i momenti più significativi, questo spettacolo racconta le ombre e le luci degli Anni Settanta attraverso le storie, le voci e le immagini di chi li ha vissuti.

 

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A Christmas Carol – Il Canto di Natale

La Trama

È la vigilia di Natale, nella Londra del 1843, e tutti si accingono a festeggiare la ricorrenza. Solo il vecchio usuraio Ebenezer Scrooge, mal sopporta questa festività. Dopo aver cacciato in malo modo tre uomini che gli chiedono un contributo per i bisognosi, Scrooge, chiuso il negozio, si reca solitario verso la sua dimora. Durante la cena prima di andare a letto, riceve la visita dello spirito di Jacob Marley, suo vecchio socio, morto sette anni prima proprio la notte della vigilia di Natale. Lo spirito di Marley è avvolto da pesanti catene alle cui estremità pendono dei forzieri: catene che sono conseguenza dell’avidità e dell’egoismo perpetrati mentre era in vita. Scrooge, spa­ventato, chiede al vecchio socio come poter evitare la stes­sa sorte e Marley gli rivela di essere ancora in tempo per mutare il suo destino. Prima di congedarsi, gli annuncia l’immediata visita di tre spiriti: quello del Natale passato, quello del Natale presente e quello del Natale futuro. I tre spettri, tra flashback e premonizioni riusciranno a mutare l’indole meschina ed egoista di Scrooge, che si risveglierà la mattina di Natale con la consapevolezza che l’avidità del denaro e l’attaccamento alle sole cose materiali sono sbagliati: finalmente la carità e la fratellanza si faranno largo nel cuore del vecchio usuraio, che per la prima volta trascorrerà il Natale con il nipote Fred e la sua famiglia.

 

Note di regia

Il personaggio di Ebenezer Scrooge, al di là del semplice racconto e del signifi­cato intrinseco della novella dickensiana, potrebbe essere facilmente ricondotto ad una certa tendenza del mondo di oggi: quella dell’indifferenza, dell’intolleranza, dell’essere asociali, pur nell’epoca dei social. Tra un’umanità che va sempre più in fretta, oggi si tende spesso a rinchiudersi nel proprio guscio, nel proprio mondo, con il pro­prio cellulare e i propri auricolari, per isolarsi da tutto e da tutti. Ecco dunque che il monito del defunto amico Marley, che appare a Scrooge nelle vesti di uno spettro proprio per suggerirgli un cambiamento nella sua vita e nel suo carattere, dovrebbe essere un’esortazione per tutti noi, verso un atteggiamento che guardi maggiormente agli altri. Se tutto questo è poi accompagnato dalle meravigliose musiche di Alan Menken, per la prima volta presen­tate in Italia, allora un messaggio così forte non può che divenire vincente e positivo per farci riflettere, sia pure all’interno di una cornice divertente e di intrattenimento, su quanto una maggiore disponibilità verso il prossimo potrebbe cambiare e migliorare le nostre vite.

Fabrizio Angelini

Diego Basso 250x300

Diego Basso Plays Queen – Special Guest: Stef Burns

Special guest il chitarrista statunitense Stef Burns

 

Il Maestro Diego Basso, con l’Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana e le voci di Art Voice Academy, porta in palcoscenico i brani del gruppo rock inglese riarrangiate per orchestra ritmico sinfonica.

 

Tra i brani appositamente scelti per il concerto non mancheranno gli inni rock “Bohemian Rhapsody”, “We Will Rock You”, “We Are the Champions”, le canzoni d’amore “Somebody to love” e “These are the day of our lives” e “The Show Must Go On”.

Benaglia Annullato 250x300

Il concerto – Mauro Ivano Benaglia

Si comunica che il con

certo del 4 marzo 2025 “Il concerto – Mauro Ivano Benaglia”  presso il Teatro Lirico Giorgio Gaber è stata ANNULLATO.

 

Per richiedere il RIMBORSO dei biglietti sarà necessario far riferimento al canale di vendita attraverso cui è stato effettuato l’acquisto entro e non oltre il 28 FEBBRAIO 2025.

 

Per i biglietti acquistati tramite TICKETONE  consultare e richiedere il rimborso sulla pagina https://www.rimborso.info . Per i biglietti acquistati presso il Teatro Lirico Giorgio Gaber sarà necessario presentarsi con i biglietti non utilizzati entro e non oltre il 28 febbraio 2025

 

Per eventuali ulteriori informazioni si prega di scrivere a

 

 

Il ritorno del Maestro nel cuore della sua città coi suoi artisti migliori

 

Lorenzo Meraviglia, Violino Omobono Stradivari “Accademia” del 1730
Coro “Ars Nova” di Cerro Maggiore – Milano

 

Accademia Concertante d’Archi di Milano

Presenta: Mario Acampa

 

In programma:

 

Wolfgang Amadeus Mozart

Sinfonia n° 40 – primo movimento

 

Gioacchino Rossini 

Guglielmo Tell  – Ouverture
“O Signore dal Tetto Natio”

 

Giuseppe Verdi

Coro dall’Opera “I Lombardi alla prima Crociata”

 

Giuseppe Verdi

“Va, Pensiero”
Coro dall’Opera “Nabucco”

 

Piotr Illic Ciaikowsky

Concerto per violino Op. 35 in re maggiore
Primo movimento (allegro)
solista M° Lorenzo Meraviglia

La Madre Di Eva Annullato 250x300

LA MADRE DI EVA

Si comunica che lo spettacolo del 22-23 febbraio 2025 “La Madre di Eva” presso il Teatro Lirico Giorgio Gaber è stata ANNULLATO.

 

Per richiedere il RIMBORSO dei biglietti sarà necessario far riferimento al canale di vendita attraverso cui è stato effettuato l’acquisto entro e non oltre il 28 FEBBRAIO 2025.

 

Per i biglietti acquistati tramite TICKETONE  consultare e richiedere il rimborso sulla pagina https://www.rimborso.info . Per i biglietti acquistati presso il Teatro Lirico Giorgio Gaber sarà necessario presentarsi con i biglietti non utilizzati entro e non oltre il 28 febbraio 2025

 

Per eventuali ulteriori informazioni si prega di scrivere a 

 

 

Un percorso tra due generazioni per riconoscere la diversità come un valore

 

Note regia

 

Che cosa vuol dire essere madre? Mi sono sempre posta questa domanda.

Quando per la prima volta, dopo aver partorito, il medico avvicinandosi pronunciò proprio quella parola: mamma, ebbi uno scoppio improvviso di pianto. Sentii un misto di gioia, amore immenso, paura e smarrimento per quello che mi sarebbe toccato diventare: madre. Madre di un figlio, ancora sconosciuto.

 

Essere madre non è un mestiere facile. Come si fa a vivere con il pensiero delle malattie, degli incidenti, con la paura della droga e della violenza?  Come si fa ad accompagnarli sulla via della consapevolezza, della crescita e della realizzazione di se, rendendosi invisibili per poi lasciarli andare? Essere madre implica il senso di colpa, sentire un qualsiasi fallimento di un figlio anche sulla propria pelle.

 

Anche essere figli non è un mestiere facile. Sapere di essere completamente dipendenti dalle decisioni di qualcun altro è una sorta di schiavitù̀ a cui è giusto ribellarsi quando si raggiunge una sufficiente consapevolezza.

 

Nessuno nasce genitore e nessuna donna nasce madre.  L’unica, vera, possibile guida è l’amore, uno scambio continuo tra genitori e figli, in un ascolto reale e sincero tra generazioni.

 

“La madre di Eva” è liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Silvia Ferreri, finalista al premio Strega nel 2018.  È la storia, toccante e contemporanea, di una madre che parla a sua figlia – lei l’ha sempre considerata una femmina – in un corridoio di una clinica di Belgrado, mentre al di là del muro, stanno preparando la sala operatoria e i dottori tracciano linee verdi sul suo corpo nudo, per permettergli di realizzare, finalmente, il suo desiderio: prima dei miei diciotto anni voglio sottopormi all’intervento che mi renderà quello che sono davvero: un uomo.

 

In un dialogo surreale senza risposte, sospeso tra l’immaginato e il reale, la madre racconta la loro vita fino a quel momento. Un viaggio costellato di amore e odio, sensi di colpa, paure, desideri e speranze. Madre e figli* sono le facce di una società che evolve e non dà tempo, ci spiazza e ci rende soli.

 

Lo spettacolo grazie a diversi linguaggi (cinema, visual art, teatro e letteratura) ci immerge nei sogni e negli incubi, nel presente e nel passato, nei flussi di coscienza dei personaggi principali.

 

 

Racconterò il forte contrasto generazionale attraverso una storia archetipa di oggi, osservando le tematiche transgender da diverse prospettive: dal punto di vista di chi ne è fisicamente coinvolto ed anche di chi, per ruolo, sente il dovere di proteggere “la sua creatura”, con il timore delle discriminazioni che la società spesso riserva a coloro che perseguono un percorso di transizione.

La transizione di cui parliamo è quella da un corpo femminile a uno maschile, generalmente meno raccontata, più difficile da comprendere per la società poiché porta con sé complesse questioni etiche e culturali. Non sai che ci sono donne che pagherebbero per il tuo utero, per fare figli che non hanno potuto fare?

 

Per Alessandro la transizione è un percorso che modifica il corpo, non l’identità. Lui è nato uomo. Non c’è un prima e un dopo.

 

Per la madre, condizionata da un pregiudizio ancestrale, la transizione è un calvario ingiustificato oltre a essere un insulto alla “sua” creazione di donna e madre.  Non è una donna bigotta e non è particolarmente credente, ma ha paura. L’amore per l* figli*e l’ansia di essere una madre perfetta, la portano a guardare da un’unica prospettiva, la sua.

L* ostacolerà fino a quando lei stessa non sarà in grado di evolvere, abbattendo quel muro di solitudine che le ha divise fino al momento in cui entrambe rinascono.

 

Un figlio non è l’estensione del proprio essere ma è un individuo a sé totalmente libero e autonomo. Una volta che sarà tutto finito cambierà tutto, ma allo stesso tempo non muterà nulla.

 

E chi diventerò io? Madre di maschio dopo diciotto anni madre di femmina.

Attraverso lei, vorrei si aprisse per il pubblico una finestra sull’identità di genere, che porti lo spettatore ad immedesimarsi emotivamente in entrambi i personaggi. Penso che tanti genitori e tanti figl* che stanno affrontando questo percorso, grazie alla visione di questo spettacolo potranno sentirsi meno soli.