TOSCA di G.Puccini
TOSCA è un’opera lirica in tre atti di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. La prima rappresentazione si tenne in Italia a Roma, al Teatro Costanzi, il 14 gennaio 1900.
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Tosca è, in termini etici, la storia di un mercificio reiterato, eletto a cifra dei rapporti sociali: si riesce a mercificare tutto dell’essere umano: la vita, i corpi, il sesso, i sentimenti, la liberta’.
<Quanto? Il prezzo?> È la domanda emblematica di Tosca a Scarpia nel momento cruciale del secondo atto in cui stanno “contrattando” la liberazione di Cavaradossi.
E da quel momento inizia il viaggio inesorabile di tutti i protagonisti verso la morte che annienta un microcosmo di tragici destini incrociati, di uomini alla deriva, perché con la morte di tutti i personaggi finisce bruscamente, in un istante, anche questa storia inquietante e allucinata.
Di un mondo in bianco e nero, fatto di inquadrature storte, di ambienti deformati, di luci taglienti e
atmosfere sordide, come nel più classico film noir.
La storia di Tosca finisce con la fine dei suoi protagonisti, che scivolano uno dopo l’altro in un incubo sempre più buio. Morti loro muore anche la narrazione.
Tosca è l’Alfa e l’ Omega, è Angelo di Luce e Demone di Ombre, è Inferno e Paradiso.
Vittima e Carnefice, Amante e Assassina.
Una sontuosa dark lady di prima e ultima generazione.
Tosca è assenza d’aria, quindi di speranza.
Non c è futuro per nessuno. Resta solo il niente, qualcosa che ci toglie il fiato.
Come se improvvisamente, di fronte al crollo di ogni speranza, anche il cielo decidesse di crollare, per ricoprire tutto e tutti come un terrifico sudario.
Serena Nardi
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